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Pierluigi Leserri: un italiano nella finanza londinese


Abbiamo intervistato Pierluigi Leserri, Head of Partnerships e Vice President per Key To Markets Group, una holding di società finanziarie che si occupa di agevolare l’accesso ai mercati finanziari per investitori istituzionali e individuali. Pierluigi svolge la laurea triennale in Business Administration, e subito dopo la laurea parte per Cipro dove vive un’esperienza breve in una nota società di brokerage. Trasferitosi a Londra, lavora poi per una banca svizzera per altri 2 anni, per poi accettare una sfida di carriera passando in una boutique finanziaria, Key To Markets (KTM), che con il tempo sarebbe molto cresciuta, arrivando ad avere ad oggi oltre 100 dipendenti e uffici sparsi per il mondo. Ottiene successivamente un Master in Management presso la Birkbeck University of London. Per il gruppo KTM, Leserri con il suo team si occupa di impostare partnership sia in front che back office con asset manager, family offices e High Net Worth Individuals (>1.000.000€ di patrimonio netto). Pierluigi si occupa anche di formazione finanziaria, e su questo argomento abbiamo voluto concentrarci: settimana prossima sarà ospite di un evento a Starting Finance - la più grande organizzazione che agisce in ambito educazione finanziaria per i giovani in Italia - a Roma. Sempre in ambito educazione finanziaria organizza webinar per Key To Trading: l’obiettivo è trovare più ospiti di qualità possibili per gli appuntamenti giornalieri sul canale Youtube Key To Trading Education che gestisce con i suoi colleghi, insieme a trader professionisti, analisti finanziari e professori universitari. Pierluigi ci spiega poi anche il perchè di tale interesse. L’Italia è uno dei Paesi, secondo diverse ricerche, che presenta i livelli di educazione finanziaria più bassi in Europa. Ciò che ci circonda è governato dalla finanza: banche, assicurazioni, aziende e tutti i tipi di investimento. Nel nostro paese la ricchezza liquida è grande (gli Italiani sono infatti celebri per la loro tendenza estrema al risparmio); tuttavia le persone sono talmente poco informate riguardo al modo in cui gestirli che è considerato normale che persone prossime alla pensione ignorino o addirittura temano il mondo degli investimenti, e che non sappiano la differenza tra un’azione e un’obbligazione. All’estero la situazione è diversa: se in Italia è raro che un ragazzo abbia accesso ad informazioni riguardo al mondo della finanza, nel Regno Unito, ad esempio, nozioni di business e finanza vengono insegnate fin dalle superiori, e non costituiscono un tabù sociale, tanto che non è strano parlare di simili argomenti in contesti informali. Inoltre, una buona educazione finanziaria deve trasmettersi dai genitori ai figli: sono essi a doversi informare, per insegnare alle future generazioni come costruirsi un patrimonio. All’estero fin dal primo stipendio si inizia a costruirsi un piano d’accumulo che andrà, con il passare degli anni, a costituire una pensione; in Italia, ciò accade solo a 10 - 20 anni dal pensionamento, influendo pesantemente sul totale accumulabile a scopo di pensione integrativa; è importante che questa situazione cambi, per garantire a tutti gli italiani un futuro più sicuro, da gestire con le proprie mani. Per arrivare ad oggi al pensionamento con un’interessante disponibilità, non sarebbe servito investire ingenti somme. Poche centinaia di euro al mese investiti in indici americani come lo S&P 500 per un periodo che va dai primi anni di lavoro fino alla pensione, avrebbero permesso ad oggi di ottenere un consistente ammontare all’età del pensionamento. Un esempio pratico: Se avessimo investito 100 euro al mese sull'S&P 500 dal 1992 fino ad oggi, con un rendimento medio annuo reale del 7.73%, il valore finale del nostro capitale, grazie al Compound Interest e già aggiustato per l'inflazione, sarebbe di circa 167.213 euro. Non male per 3€ al giorno di investimento! Se volessimo impostare l’educazione finanziaria in Italia, afferma Leserri, sarebbe necessario inserire tale materia di studio fin dalle scuole medie per progredire nella difficoltà con il tempo: in tal modo, un giovane che completa la maturità avrebbe già gli strumenti e le conoscenze che gli permetterebbero di gestire al meglio i propri risparmi e costruirsi un portafoglio di investimenti in quasi totale autonomia.

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